Trimestrale dell’Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Ivrea
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Anno LXXV - N° 1 marzo 2021 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) art.1, comma 1, NO/Torino
Stampa: Tipolitografia Bolognino, Ivrea - Direttore Responsabile: Paolo Querio - In abbonamento ai Soci
Centenario nel segno di
Adriano Olivetti
alpino, cittadino e industriale
1 Gennaio 1921 1 Gennaio 2021
A.N.A. IVREAA.N.A. IVREA
SEZ. IVREA
Proprietario-Editore:
Associazione Nazionale Alpini,
Sezione di Ivrea
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Presidente:
Giuseppe Franzoso
Direttore Responsabile:
Paolo Querio
Comitato di Redazione:
Giuseppe Franzoso, Luigi Sala,
Domenico Osella, Marco Valle,
Alfredo Medina, Bruno Prinsi,
Sergio Botaletto
Alla redazione di questo numero
hanno collaborato:
Margherita Barsimi, Alfredo Medina,
Ettore Sartoretto, Alberto Bersano,
Marisa Bertasso, Nico Osella,
Tiziano Pianfetti, Roberto Lucchini, Aldo
Lorenzatto, Renzo Pellerei,
Guido Roberto, Marco Valle
I servizi fotograci sono di
Alberto Bersano, Nico Osella,
Ettore Sartoretto, Enzo Zucco
Stampa
Tip. Bolognino, Ivrea
Aut. Trib. Ivrea n. 5 del16/3/1949
Iscrizione al R.O.C.
n. 21662
sommario
ATTUALITÀ
Assemblea sezionale dei delegati
tra rimpianti e proposte 3-4-5
Il nuovo Consiglio direttivo della Sezione
e gli incarichi 5
CULTURA ALPINA
Riaperto il Forte di Bard: gioia e riessioni 6-7
Scoperte e curiosità storico culturali di un
alpino ciclista 7-8
La mitica Caserma Musso degli artiglieri da
montagna 9
SEZIONE
I vertici della Sezione incontrano il vescovo di
Ivrea 10
I proventi di due libri donati alla Protezione
civile sezionale 11-12
Decano degli alpini “testimonial” del vaccino
11
Liniziativa beneca
“L’Uovo dal cuore alpino” 13
GRUPPI
Farmaci in benecenza,
una raccolta da record 14
Settimo Vittone:
festeggiati tre alpini ultranovantenni 15
Parella: addio al “vecio Franco Faletto 15
Pont C.se: Il carrello solidale
per i “nuovi poveri” 17
ANAGRAFE
Andati avanti 18
Gioie e lutti 19
Verso i 100 anni della Sezione di Ivrea 20
In copertina: Adriano Olivetti in divisa
da sottotenente degli alpini e, nel
riquadro, quando partì volontario
(per gentile concessione della
Fondazione Adriano Olivetti)
manifestazioni 2021
17 marzo Esponiamo il Tricolore
(Festa Unità d’Italia)
18 aprile 60° di Fondazione del Gruppo
di Crotte
25 aprile Festa della Liberazione
16 maggio 30° di Fondazione del Gruppo
di Vische
23 maggio 65° di Fondazione del Gruppo
di Albiano-Azeglio
2 giugno Esponiamo il Tricolore
(Festa della Repubblica)
5-6 giugno 30° di Fondazione del Gruppo
di Orio
11-12 giugno 90° di Fondazione del Gruppo
di Borgofranco
13 giugno 60° di Fondazione del Gruppo
di Fiorano
20 giugno 20° di Fondazione del Gruppo
di Romano C.se
27 giugno 65° di Fondazione del Gruppo
di Noasca
2-3-4 luglio 90° di Fondazione del Gruppo
di Cuorgnè
9-10-11 luglio Raduno 3° RGPT ad Asiago
11 luglio 100° di Fondazione del Gruppo
di Vico Canavese
LO SCARPONE LO SCARPONE
CANAVESANOCANAVESANO
Trimestrale della
Associazione Nazionale Alpini
Sezione di Ivrea
NUMERO 1 - 2021
Il generale alpino Figliuolo guiderà
la Commissione per l’emergenza Covid
C
olpo di scena nel “ricambio” messo
in atto dal presidente del Consiglio
Mario Draghi per guidare l’Ita
-
lia fuori dalla crisi sociale ed economica
provocata dalla pandemia da Covid 19.
Nell’ambito delle scelte di persone affida
-
bili cui delegare i compiti che il governo
intende perseguire per combattere il Co
-
ronavirus, ne è arrivata una che riempie
di orgoglio gli alpini. Infatti il presidente
Draghi ha “licenziato” il commissario stra
-
ordinario per l’emergenza Covid Domenico
Arcuri, al centro di discussioni e attacchi
per le scelte portate avanti sulla lotta alla
pandemia, e lo ha sostituito con il Gene
-
rale di Corpo d’Armata Francesco Paolo
Figliuolo una brillante carriera alle spalle
nelle truppe alpine. Sollevando tra l’altro
commenti non solo favorevoli ma anche
entusiastici, come quello di Guido Berto
-
laso (consulente della Regione Lombardia
per il piano vaccinale) che ha dichiarato: la
nomina di Figliuolo è un cambio di passo
totale e con lui c’è una drastica inversione
di rotta che, credo, tutti gli italiani apprez
-
zeranno presto. È un personaggio tosto che
sa quello che vuole è un alpino e io ho gli
alpini nel cuore …
Nato a Potenza nel 1961 e residente a
Torino dove vive con la moglie e i figli, il
gen. Figliuolo ha maturato esperienze e
ricoperto molteplici incarichi nella Forza
Armata dell’Esercito, interforze e interna
-
zionale. Ha ricoperto l’incarico di Capo
Ufficio Generale del Capo di Stato Mag
-
giore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è
Comandante Logistico.
In ambito internazionale ha maturato
esperienza come Comandante del Contin
-
gente nazionale in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione ISAF e come Comandante
delle Forze NATO in Kosovo (settembre
2014 - agosto 2015). Il GeneraleFigliuoloè
stato insignito di numerose onorificenze.
Tra le più significative la Decorazione di
Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, la
Croce d’Oro ed una Croce d’Argento al
Merito dell’Esercito e NATO Meritorius
Service Medal. (p.q.)
2
1-2021
A
un anno dalle prime restrizioni imposte per legge dall’allo-
ra governo guidato da Giuseppe Conte, non si può dire che
la situazione sia migliorata. Chiusure e aperture nei vari
settori della vita sociale e individuale si sono alternate in modo
scomposto e spesso le aperture sono state il mezzo con cui il virus
della pandemia ha contagiato coloro che, dopo aver diligentemente
osservato le indicazioni del ministero della Salute, si sono ritrovati
addosso il Covid per colpa di chi, in quel periodo di libertà “con
-
dizionata”, ha ritenuto che tutto fosse orami finito e ha snobbato le
più elementari norme di prevenzione come evitare l’assembramen
-
to o il non mettersi la mascherina nei luoghi affollati.
Ci si aspettava che i vari vaccini avrebbero fatto invertire la cur
-
va dei contagi, cosa che all’estero (Gran Bretagna, Israele e Russia)
è accaduto dopo una massiccia campagna di vaccinazione. In Ita
-
lia invece si è rimasti ai soliti buoni propositi mancando un vero
piano vaccinale che tra l’altro deve fare i conti con la carenza dei
vaccini promessi e mai arrivati, complice anche una scarsa capaci
-
tà di contrattazione da parte dell’équipe del commissario addetto
all’acquisto e alla distribuzione dei vaccini stessi. A tutto questo
si aggiunga la perenne litigiosità a livello dei nostri politici che
hanno solo fatto finta di ascoltare l’appello del presidente Sergio
Mattarella a una sorta di “unità nazionale” per combattere il Coro
-
navirus e dopo essersi profusi in elogi su Mario Draghi, presidente
incaricato di formare il governo, sono tornati alle loro beghe di
bottega rendendo irta di ostacoli la strada per prendere decisioni
condivise. Lo stesso Draghi, pur essendo un uomo di ferro, ha do
-
vuto suo malincuore venire a patto con i partiti che lo sostengono,
venendo incontro alle loro richieste, ad esempio, sulle nomine di
ministri e sottosegretari e dando l’impressione che poco sia cam
-
biato rispetto al passato.
In questa situazione generale di crisi e incertezza, anche a noi
alpini viene il magone perché un anno di pandemia ci ha privati
della nostra vita sociale: adunate, raduni assemblee, incontri con
la popolazione. Ma anche evidenziato il valore delle nostre azioni
di volontariato, per la nostra capacità di metterci a disposizio
-
ne senza chiedere nulla in cambio. Ne è testimone il Libro Verde
sull’emergenza sanitaria che riguarda il periodo 1 Febbraio – 30
Settembre 2020: la Sezione di Ivrea ha conteggiato 981 ore lavorate
e ha donato 12.554,30 euro.
Al termine di queste riflessioni fatte non per pavoneggiarci ma
per mostrare quale è la nostra realtà nel volontariato, porgo a tutti
gli alpini i più sentiti Auguri di Buona Pasqua, anche quest’anno,
viste le misure restrittive ai movimenti dei cittadini il vecchio pro
-
verbio su Natale e Pasqua andrà riscritto così: “Natale con i tuoi e
Pasqua con chi … puoi”.
Gli auguri vi arrivino da parte del direttore del giornale e di
tutta la Redazione, a cui si aggiungono gli auguri del presidente
di Sezione Giuseppe Franzoso e del Consiglio sezionale nel suo
complesso (vicepresidenti, tesoriere, segretario e vicesegretario,
consiglieri, revisori dei conti e giunta di scrutinio) e nelle sue realtà
operative: la Protezione civile, lo Sport, i Giovani, il Coro, la Fanfa
-
ra, il Centro studi e tutti gli otto “Delegati di zona.
D
omenica 7 febbraio 2021 nel Padiglione Multiuso Franco
Paglia di Agliè si è svolta l’Assemblea dei Delegati. Lorga
-
nizzazione dell’evento è stato curato dalla nostra Prote-
zione Civile che ha provveduto a predisporre il salone secondo le
regole anti COVID. Il gruppo di Agliè e il suo responsabile Fulvio
Zoppo, hanno ottenuto dal sindaco Marco Succio la disponibilità
del locale e ne hanno curato la logistica. Lambiente molto spazioso
e funzionale ha permesso lo svolgimento dell’ Assemblea in modo
agevole con i consiglieri e gli ospiti che hanno potuto raggiungere
il palco perfettamente addobbato con il Vessillo della Sezione, con
il Gagliardetto del gruppo di Agliè e con un grande striscione con
il motto “TUCC UN” .
I delegati hanno preso posto nell’ampia struttura circolare sot
-
tostante. Venivano poi nominati: Presidente dell’ Assemblea Luigi
Sala e Segretario Roberto Guido.
Dopo il saluto alla Bandiera, ha aperto i lavori il Presidente Giu
-
seppe Franzoso. Prima di leggere la “Relazione Morale” ha salutato
gli ospiti intervenuti: il Consigliere Nazionale Gian Piero Maggio
-
ni, il Presidente della sezione Intra Angelo Albertella, il vice sinda-
co di Agliè Giovanni Roscio. Ha poi ringraziato le madrine: Vilma
Dezzutto, Elsa Vallesa e Monica Pianfettti. Un particolare ricordo
è stato rivolto all’Alpino Emilio Zoppo, precedente capogruppo di
Agliè, attualmente infermo, il quale ha passato la “stecca” al figlio
Fulvio .
Luciano Filippi, responsabile sezionale della Protezione Civile
ha premiato con una pergamena quattro dei suoi collaboratori:
Ferrero Aprato Angelo, Foresto Domenico, Ronchetto Graziano e
Favaro Ottorino che si sono distinti nelle attività svolte negli ultimi
anni; un riconoscimento è andato anche al presidente Franzoso.
Lo stesso presidente ha proseguito nel suo intervento elencando
le manifestazioni a cui la Sezione ha partecipato:
Mese di Gennaio Il giorno 18, a Ivrea: incontro con Mons. Bru
-
no Fasani direttore “l’Alpino”; il 19 a Ceva: anniversario di Novo
Postojalowka; il 25 a Brescia: anniversario di Nikolajewka; il 26 a
Intra: anniversario Nikolajewka e Dobreij; il 26 aTorino: anniver
-
sario Nikolajewka e Novo Postojalowka .
Mese Febbraio Il giorno 1 a Torino: riunione Presidenti 1°
RGPT e responsabili di Protezione Civile, Sport, Centro Studi; il
6 a Torino: deposizione targa per i 100 anni di fondazione della
Sezione Torino; il 9 a Ivrea: Assemblea dei delegati della Sezione; il
13 ad Aosta: inaugurazione Alpiniadi organizzate dalla sezione di
Aosta dal 13 al 16 febbraio.
Mese di Giugno Il giorno 2 a Ivrea: 74° anniversario della Re
-
pubblica con alzabandiera in Piazza del Municipio; il 6 a Strambi-
no: Santa Messa in memoria del consigliere Romano Dellacà.
Mese di Luglio Il giorno 25 a Piacenza: Assemblea Nazionale
dei Delegati.
di Paolo Querio
“Natale con i tuoi, Pasqua con chi …. puoi
di Nico Osella
LAssemblea dei Delegati della Sezione di Ivrea
tra bilanci, rimpianti e voglia di rivincita
I delegati sistemati secondo le norme anti-Covid nellampio salone
del Padiglione Multiuso di Agliè.
3
1-2021
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Mese di Agosto Il giorno 31 a Bas-
sano del Grappa: esequie di Tarcisio
Mellini, autista del presidente naziona
-
le Sebastiano Favero.
Mese di Settembre Il giorno 9 a
Belmonte: Commemorazione Penne
Mozze Canavesane; il 19 a Ospitalet
-
to( Bs): Riunione Presidenti per il 3°
Settore; il 19 a Parella: Premiazione di
un Alpino di 90 anni e di un giovane
militare di leva per i risultati raggiunti;
il 24° a Mercenasco: Presentazione del
libro di Nico Osella “Una vita in Oli
-
vetti”; il 27 a Castelnuovo Nigra: cele-
brato il 60° di fondazione del Gruppo;
il 28 a Ivrea: in Comune il Ricevimento
dell’Alpino Alessandro Bellière nel suo
Tour “I laghi del Nord Italia”.
Mese di Ottobre Il giorno 1 a
Ivrea: Conferenza stampa Comune di
Ivrea per il Museo Garda; il 3 a Casa
-
le Monferrato: Riunione Centro Studi
1° RGPT; l’11 a Cuorgnè: Messa del
Gruppo locale nel 90° di fondazione; il
17 ad Acqui Terme: Riunione Presiden
-
ti e Protezione Civile 1° RGPT; il 23 a
Varallo: presso la Sezione Valsesiana la
Riunione dei Presidenti per la presen
-
tazione del Candidato al Consiglio Na-
zionale nel 2021; il 29 a Pralungo (Bi):
funerale del maestro Sergio Bonessio
con l’intervento della Fanfara seziona
-
le; il 31 a Ivrea: omaggio alle tombe di
Salvator Gotta e di Adriano Olivetti.
Mese di Novembre Il giorno 8 a
Belmonte: Commemorazione 4 No
-
vembre al Santuario mariano, ricor-
dando le Penne Mozze Canavesane.
Mese di Dicembre Il Giorno 3 a
Ivrea: Incontro con Mons. Edoardo
Aldo Cerrato, Vescovo di Ivrea.
Nella sua relazione il Presidente ha
commentato come il 2020 non abbia
permesso, per i noti motivi di “virus “,
di realizzare tutte le attività che erano
state previste anche se alcune di queste
sono state riprogrammate per il 2021
ed ha aggiunto: “Comunque non ci
siamo arresi e abbiamo continuato a
darci da fare a tutti i livelli: nazionale,
sezionale e anche di Gruppo. Le inizia
-
tive sono fiorite e sono spuntati episodi
di solidarietà umana di tutti i tipi che
hanno riscaldato i cuori”. Franzoso ha
voluto ricordare tutti quelli che diret
-
tamente o indirettamente sono stati
coinvolti nella sciagura che ancora sta
imperversando. Anche i festeggiamenti
per il “Centenario” che hanno visto la
Sezione di Ivrea “nascere, crescere fino
a diventare grandi, importanti e fieri di
quello che siamo e di quello che abbia
-
mo l’onore di rappresentare”, saranno
posticipati al 2022. Il nostro Presidente
ha comunque assicurato che nel 2021
verrà inaugurato il Vessillo del Centenario della Sezione donato
dalla madrina Signora Margherita Barsimi in Sala e nel mese di
settembre 2021 verrà affissa la targa per ricordare i cento anni
del Battaglione Ivrea. In chiusura del suo intervento, Franzoso
ha voluto ringraziare pubblicamente tutti i suoi predecessori, i
vicepresidenti, i suoi collaboratori della Segreteria, il Giornale,
la Tesoreria, i Consiglieri Sezionali, i capigruppo. Il grazie è sta
-
to esteso ai coordinatori e componenti
della Protezione Civile, del Coro, della
Fanfara, del Centro Studi, dei Giovani
e degli Atleti . Infine sono state ricor
-
date e condivise le riflessioni di Carlo
Bionaz, Presidente Sezione Valdosta
-
na, circa il pericolo di estinzione della
nostra Associazione con conseguenze
disastrose per il Volontariato la cui uti
-
lità è stata riconosciuta pubblicamente
dal Presidente Mattarella. Da questa ri
-
flessione l’auspicio che venga studiata
qualche nuova forma di reclutamento
nazionale attraverso la quale i giovani
possano tornare ad alimentare la nostra
Associazione e di conseguenza il Volon
-
tariato.
Ha preso la parola il Consigliere na
-
zionale Gian Piero Maggioni il quale,
dopo aver ha portato a nome del Consi
-
glio Nazionale i saluti e gli auguri per il
Centenario della Sezione Ana di Ivrea,
ha motivato la sua presenza dall’im
-
possibilità del vicepresidente naziona-
le Marco Barmasse ad essere presente
essendo “piacevolmente impegnato” in
Messico per la nascita di una nipotina.
È stata poi la volta del Presidente
di Intra, Angelo Albertella, il quale ha
ringraziato la nostra Sezione per aver
concesso a loro di celebrare quest’an
-
no il Centenario della Fondazione della
propria Sezione, lasciando la “stecca” a
Ivrea per il 2022. È seguito lo scambio
dei doni rappresentati dai Gagliardetti e
dal libro sul “Battaglione Ivrea “ da par
-
te nostra e contraccambiato dal Crest
del Centenario di Intra. Infine c’è stata
la promessa dell’incontro ad Intra, con
le autorità Comunali delle due Sezioni,
per celebrare l’inizio del Centenario.
Il Tesoriere Bruno Prinsi ha quindi
esposto la sua relazione legata al Bilan
-
cio consuntivo 2020 che evidenzia delle
Entrate per euro 164.620,60 e Uscite
per euro 158.735,63 con una chiusura
attiva dell’anno di euro 5.884,97. Tra le
principali entrate da citare euro 35.691
per il tesseramento; euro 2.000 di pro
-
venti per la vendita di panettoni ed altri
gadgets; euro 3.065 di contributi rice
-
vuti per la Protezione Civile. Per quanto
riguarda le uscite, la voce più onerosa
per euro 15.562,37 riguarda la stampa
del giornale “Lo Scarpone Canavesano”,
segue il costo gestione automezzi sezio
-
nali per euro 4.312,65; elargizione all’O-
spedale di Ivrea di euro 2.000 e contri-
buti a Protezione Civile euro 1.606,50,
Fanfara euro 600, Coro euro 400, Sport
euro 1.340 (rimborso spese sostenute
per Alpiniadi ). I conti di bilancio come
i saldi bancari e postali sono stati verifi
-
cati dai Revisori dei Conti.
Ha quindi preso la parola il vicepre
-
sidente vicario della Sezione Paolo Querio il quale, nella sua veste
di direttore dello “Scarpone Canavesano, ha fatto presente come,
nonostante le difficoltà e le limitazioni imposte dal virus, il giorna
-
le sia uscito regolarmente ogni trimestre con un numero di pagine
e di articoli in linea con gli anni precedenti.
Filippi Luciano, responsabile della Protezione Civile, ha sintetiz
-
zato l’attività svolta dal suo settore principalmente nell’ambito dei
(Il servizio fotografico è dell’alpino Enzo Zucco)
Il tavolo dei relatori, mentre sta parlando il presi
-
dente Franzoso.
La consegna dei riconoscimenti ai volontari della
Protezione civile da parte del responsabile Luciano Fi
-
lippi.
In primo piano le madrine dei vessilli della Sezione
di Ivrea. Da sinistra Monica Pianfetti, Elsa Vallesa,
Vilma Dezzutto e Margherita Barsimi Sala madrina
del vessillo del Centenario.
Il consigliere nazionale Gianpiero Maggioni mentre
porta si saluti del Consiglio nazionale.
4
1-2021
servizi per il Covid 19 su richiesta del Comune di Ivrea . Si tratta
di dieci interventi che riguardano: montaggio tenda al Carcere
di Ivrea, smontaggio e successivo allestimento per contagiati da
Covid di un reparto di “Casa Insieme “, presidii in varie località
cittadine, distribuzione di mascherine e buoni spesa . Queste ope
-
razioni hanno comportato l’impiego di 142 volontari per 1021 ore
lavorative.
Passando poi agli interventi “no Covid” questi sono stati pari a
12 attività tra le quali: allerte meteo, spedizione “Scarpone Cana
-
vesano “, manutenzione verde Casa Insieme ed altro per un totale
di 103 volontari impiegati per 578 ore lavorative . A questo impe
-
gno di circa 1600 ore lavorative totali, vanno aggiunte le ore dei
cinofili che ammontano a circa 500 (includendo addestramento
ed esercitazione). L’intervento di Filippi si è concluso con un ap
-
passionato appello ai giovani affinché vadano ad aumentare le file
della Protezione Civile.
Il nostro Centro Studi Sezionale, coordinato da Mauro Perfet
-
ti, ci ha aggiornati sui programmi seguiti nel corso del 2020 che
hanno avuto come obiettivi: il tenere vive e tramandare le tradi
-
zioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche ed illustrarne la
gloria e le gesta. In questo quadro l’attività svolta si è orientata
verso le scuole con un concorso di grafica per rappresentare i 100
anni della sezione di Biella. Altre iniziative hanno riguardato le
piastrine dei soldati Italiani caduti nella Campagna di Russia; la
collaborazione con il Museo Storico Alpino di Trento fornendo
informazioni sulle Caserme storiche di Ivrea e Canavese . Infine
si sono messe le basi per una prossima azione da coordinare con
i gruppi per sensibilizzare le Autorità del nostro territorio sulla
Cittadinanza Onoraria da conferire al Milite Ignoto.
Cossavella Roberto ha riferito sul suo Settore, La Fanfara della
sezione ANA di Ivrea. Purtroppo alle disavventure generate dal
Covid 19, che ne ha limitato moltissimo l’attività formativa e con
-
certistica, si deve aggiungere la perdita, nello scorso mese di otto-
bre, del loro "Majur": il luogotenente Sergio Bonessio per 20 anni
alla guida della Fanfara. Il Direttivo confida che il 2021 sarà l’anno
della rinascita e della scelta del nuovo Maestro e nel frattempo
ringrazia il Maresciallo Calandri per la sua disponibilità a coprire
questo intervallo .
“Il Coro ANA di Ivrea ha avuto un inizio 2020 positivo con la
partecipazione alla Messa officiata da Don Bruno Fasani e la ripre
-
sa del corso di vocalizzazione con l’insegnante Aki Osada”: così ha
aperto il suo intervento Bruno Tonso responsabile del complesso
vocale. Tuttavia a causa delle disposizioni imposte dal Covid 19
associate alla mancanza di un locale idoneo per le prove il Coro è
stato costretto ad interrompere ogni attività. A fine agosto e set
-
tembre grazie alla Protezione Civile di Sezione ed al Parroco di
Chiaverano, sono riprese le prove e a ottobre è stato possibile per
il Coro di rientrare nella propria Sede. Purtroppo l’inasprimento
delle regole ha vanificato questi benefici. Le previsioni per il 2021
sono purtroppo in salita e la ripresa sarà impegnativa e, dopo mesi
di inattività, la voce dei coristi avrà bisogno di esercizi per riatti
-
vare le corde vocali. Prima di affrontare i Concerti sono previsti
tempi non brevi, ma i Coristi hanno promesso che da parte loro si
impegneranno al massimo!
Fabio Aimo Bot lo scorso anno aveva previsto un 2020 pieno
di soddisfazioni per il nostro Sport Alpino, purtroppo a causa del
virus le cose sono andate diversamente . Va comunque sottolineato
che dopo le Alpiniadi la nostra Sezione ha ben figurato piazzan
-
dosi al 15° posto su 50 Sezioni partecipanti. I nostri atleti si sono
cimentati nello Slalom a Pila, nello Sci Alpinismo a La uile e nel
Fondo a Cogne.
Per il 2021, per il momento non ci sono previsioni su cui con
-
tare. “Il progetto sul quale puntiamo - ha detto Fabio- è la Corsa
in Montagna organizzata per il 24 ottobre dal Gruppo di Vico che
sarà riservata alle Sezioni del 1° RGPT. Si spera con questo evento
di coinvolgere tutta la Valchiusella e mantenere vivo lo spirito Al
-
pino dei nostri atleti”.
Il coordinatore dei giovani Alpini della Sezione, Sergio Boni,
ha tracciato un quadro dellattività 2020 in cui prevale la parteci
-
pazione di supporto dei giovani alle attività di Protezione Civile.
Sergio ha poi ricordato che pur nelle incertezze create dal virus il
suo desiderio rimane quello di organizzare la “camminata” Cuor
-
gnè- Ivrea. A questo scopo nei prossimi mesi, con l’aiuto di Cesare
Soffranio, contattando i Capi Gruppo coinvolti nel percorso, sarà
preparata la fase operativa del progetto.
LAssemblea dei Delegati ha poi approvato all’unanimità la Re
-
lazione Morale e Finanziaria. I lavori sono stati conclusi dal Pre-
sidente Giuseppe Franzoso con un saluto ai Delegati e l’augurio di
un 2021 che possa cancellare tutto il brutto che è stato patito nel
corso dell’ anno appena trascorso.
DUE NUOVI CAPIGRUPPO
Sono due per ora i nuovi capigruppo. A Pont Canavese è
stato eletto Guido Roberto, che succede a Marco Ghiglieri. A
Vestignè Silvio Follis (già vice) sostituisce Giovanni Lalà che
ha posato lo zaino ed è andato avanti.
Composizione Consiglio Sezionale 2021 ed incarichi
FRANZOSO Giuseppe Presidente
QUERIO Paolo Vice Presidente Vicario
Direttore Giornale Sezionale
SALA Luigi Vice Presidente
FILIPPI Carlo Domenico Vice Presidente
Delegato Zona 4
PRINSI Bruno Tesoriere
MEDINA Alfredo Segretario
LUCCHINI Roberto Vice Segretario
Consiglieri
AIMO BOT Fabio Responsabile Sport
BARMASSE Marco
BOERIO Giulio
BONI Sergio Responsabile Giovani
BOTALETTO Sergio Referente Coro e Delegato Zona 6
COSSAVELLA Pier Angelo
DONATO Giovanni
FILIPPI Luciano Coordinatore Protezione Civile
MONTI Giancarlo Delegato Zona 5
MUSTO Massimo Delegato Zona 1
PERFETTI Mauro Responsabile Centro Studi
PIANFETTI Marco
ROFFINO Adriano Referente Fanfara
SIGNORA Giuseppe Delegato Zona 8
SOFFRANIO Cesare Delegato Zona 7
Revisore dei Conti
BRUNETTO Renzo Delegato Zona 3
LORENZATTO Aldo Delegato Zona 2
OSELLA Domenica
PANIER SUFFAT Michele
VALLE Marco
Giunta di scrutinio
BERSANO Alberto
GIANI Aldo
GROSSO Danilo
PIANFETTI Cristiano
PRINZIS Marco
Delegati di Zona 2021
Delegato di Zona 1 Massimo MUSTO
Delegato di Zona 2 Aldo LORENZATTO
Delegato di Zona 3 Renzo BRUNETTO
Delegato di Zona 4 Carlo Domenico FILIPPI
Delegato di Zona 5 Giancarlo MONTI
Delegato di Zona 6 Sergio BOTALETTO
Delegato di Zona 7 Cesare SOFFRANIO
Delegato di Zona 8 Giuseppe SIGNORA
5
1-2021
ATTUALITÀ
L
a riapertura del Forte di
Bard, avvenuta mercoledì
3 febbraio, permetterà la
ripresa del discorso con il pub
-
blico, là dove si era interrotto;
in fondo, dalla forzata chiusura,
sono trascorsi tre mesi soltanto;
le esposizioni già allestite han
-
no conservato integro tutto il
loro valore di novità… Lunica
mostra che non aveva neppure
potuto debuttare è quella dedi
-
cata alla “Memoria dell’Aosta”,
che sarebbe dovuto essere inau
-
gurata il 3 novembre. Su questo
giornale se n’era parlato a suo
tempo, il titolo è d’indubbio
effetto, così come la locandina
che ritrae le sembianze di un
giovane ufficiale degli Alpini. Si
tratta del Col. Riccio, che ave
-
va avuto l’intuizione geniale di
raccogliere documenti e diari
ufficiali, ma anche ricordi per
-
sonali, fotografie e oggetti di
uso quotidiano, che avrebbero
avuto lo scopo fondamentale
di tenere viva, appunto, la me
-
moria degli alpini che avevano
vissuto i drammi e le tragedie
della prima guerra mondiale.
Coinvolta per motivi personali,
in questo specifico campo di ri
-
cerca storiografica, alle dieci in
punto di mercoledì 3 febbraio,
ero davanti al portone dell’O
-
pera Ferdinando. Il desiderio di
compensare la delusione pro
-
vata alla notizia della chiusura,
era forse più grande della delu
-
sione stessa per la mancata presentazione… Forse, inconsciamen-
te, avevo deciso di approfittare della riapertura appena possibile,
quando il grande pubblico non avesse ancora “registrato” la deci
-
sione presa dal Comitato d’Indirizzo.
Sentivo fortemente il desiderio di “immergermi”, in perfetta soli
-
tudine, nel contesto dell’esposizione. Un conto, però, è avere poca
gente intorno, altra cosa…il deserto! Se non fosse stato per i con
-
tenitori della raccolta differenziata fuori dalle porte delle case del
Borgo, si sarebbe potuto pensare che le storiche dimore, ognuna
delle quali una volta ospitava una bottega affacciata sulla strada,
fossero completamente disabitate, anche perché nessun altro ha
incrociato i miei passi lungo tutta la via Vittorio Emanuele; dalle
finestre chiuse non filtravano rumori, le luci erano spente. Non
avrei potuto scegliere migliore percorso d’avvicinamento alla visita
che mi accingevo a fare! Ciò che mi aspettava, infatti, non erano
visioni oniriche di qualche artista rapito in un sogno romantico,
ma lettere di giovani, morti senza rendersi conto che sarebbero
rimasti per sempre giovani, perché le loro sembianze si sarebbero
cristallizzate, grazie all’obiettivo della macchina fotografica, nei
colori/non colori delle foto d’epoca…
Nel momento storico, il nostro, in cui pedagogisti e sociologi
intervengono quotidianamente, sui mezzi d’informazione, per at
-
tirare l’attenzione sull’emergenza
collaterale a quella pandemica (di
adolescenti e giovanissimi vitti
-
me della situazione d’isolamento
e del perdurare della DAD), le
storie non raccontate dei tanti
giovani immolati, qualche volta
consapevolmente, più spesso,
senza neppure sapere il perché,
interrogano le nostre coscien
-
ze con tutta la loro drammatica
attualità. “Come? Dopo più di
cent’anni?” si chiederà qualcuno.
Cent’anni possono sembrare un
lasso di tempo enorme, lo sono,
infatti, per gli aspetti connessi
alle attività dei singoli, ma sono
un piccolo respiro della storia,
per il rapporto causa/effetto
dell’uomo con i suoi simili, con
l’ambiente naturale, con il futu
-
ro dell’umanità. Un esempio? Il
titolo della mostra, là dove par
-
la di “Aosta, presuppone che
tutti i possibili visitatori siano a
conoscenza dell’esistenza di un
Battaglione “Aosta” di Alpini,
la cui caserma storica non era
però ad Aosta, bensì a Ivrea! La
dimostrazione di questo proba
-
bile equivoco, sono i tre gagliar-
detti in cornice, di un bel verde,
ancora molto vivace, firmati “Le
donne canavesane”. Il Canavese
da sempre ha avuto in Ivrea il suo
storico punto di riferimento, am
-
ministrativo e militare, a partire
da quando, con la riforma strut
-
turale attuata dal regime napo-
leonico, era divenuta la sede del
Département de La Doire, per finire con la Restaurazione sabauda,
che ne fece una città militarizzata, a differenza di Aosta, che fu
“rivalutata, come città capoluogo, solo al momento della creazione
della “provincia di Aosta.
In quest’ottica, la mostra può essere, dunque, la chiave di lettura
di tutti i cambiamenti politici che, proprio a Bard, sono riassun
-
ti ed esemplificati, nella trasformazione del Forte, da avamposto
militare a polo culturale. D’altronde, la gioventù attuale può spec
-
chiarsi, con i suoi tormenti e le sue angosce, negli sconosciuti “co-
etanei” delle foto e degli scritti scelti per la mostra. Cent’anni fa i
giovani furono le vittime incolpevoli della guerra, ora, alla luce di
quelle tragedie individuali, come reagiscono i nostri giovani, a loro
volta, vittime incolpevoli di un’inedita “Caporetto”?
Ecco l’importanza e il ruolo sociale di questa mostra, che ben al
di là della conoscenza storica fine a se stessa, potrebbe assumere
una valenza di strumento di crescita culturale. Laver dovuto ri
-
mandare l’inizio del periodo espositivo al 2021, d’altronde, per gli
alpini canavesani, è un omaggio, non voluto certamente, non per
questo meno significativo, al Centenario della Sezione ANA, che
fu fondata per l’appunto nel gennaio del 1921. Solo alla luce della
storia della Sezione canavesana si può spiegare la presenza, alla
mostra, dei gagliardetti che le Donne Canavesane confezionarono,
di Margherita Barsimi
Al Forte di Bard riaperto
tra emozioni e riessioni…
Il manifesto che ricorda che nel Forte di Bard sono conservate le
“Memorie dellAosta.
6
1-2021
STORIA E CULTURA ALPINA
I
l Canavese offre una serie di itinerari caratterizzati da aspetti
storico-culturali e artistico- naturali che nessuno come un tu
-
rista in bicicletta può apprezzare. Il territorio che si attraversa
è bellissimo e ciascuno, a seconda dei suoi gusti personali, può tra
-
scorrere ore di libertà e scoprire bellezze in un’ area che si estende
dalla Serra di Ivrea, dalla quale inizia un vasto ripiano dolcemente
inclinato, che si prolunga fino alla confluenza della Dora Baltea
nel Po.
Noi ciclisti apprezziamo quanto siano suggestivi i paesaggi che
formano l’Anfiteatro Morenico di Ivrea costellato da ben dodici
laghi. È un ambiente che si sviluppa tra boschi di castagni, acacie,
betulle dietro ai quali fanno sempre capolino le cime del Momba
-
rone e della Cavallaria.
Cimitero di Fiorentino: la Spoon River del Canavese
In occasione di una gita sulle colline del Fiorentino, località so-
pra il paese di Fiorano, dopo aver imboccato con la mia bici una
salita particolarmente faticosa, consolato solo dalla vista che la
via che stavo percorrendo era denominata “strada Corpo degli
Alpini”, con rinnovata energia proseguo nella salita finché non
vengo attratto da un vecchio Cimitero che a prima vista si presen
-
ta ancora in buono stato di conservazione. Verrò a sapere in un
secondo tempo, dal capogruppo ANA di Fiorano Sandro Maran,
che si tratta di una struttura ormai in disuso ma che dal 1834 fino
al 1932 ha svolto regolarmente la sua funzione, fino al momento in
cui le autorità comunali decisero di trasferirlo in una località più
di Nico Osella
Scoperte e curiosità storico-culturali
individuate da un alpino ciclista
durante i suoi giri nelle strade del Canavese
per donarli in segno di riconoscenza ai reduci dei tre battaglioni:
Ivrea, Val d’Orco, Monte Levanna, ai quali furono consegnati il 21
ottobre 1918.
Una testimonianza diretta ci viene da “La Stampa” di Torino,
che il 13 maggio 1918, riportava: “L’iniziativa delle donne canave
-
sane che hanno aperto una sottoscrizione per offrire ai tre Batta-
glioni del 4° Reggimento Alpini, con sede a Ivrea, il gagliardetto di
guerra, come attestazione dell’ammirazione ai valorosi che tengo
-
no alto di fronte al nemico il buon nome canavesano”.
Questo è solo un esempio, di come, ciascuno dei 140 ogget
-
ti esposti si possa trasformare in un punto di avvio di ricerca e
di approfondimento, necessari per capire il significato e il valore
dell’esposizione comè stata pensata per il Forte, ma soprattutto in
funzione del ben più ricco “materiale”rappresentato dallo smantel
-
lato “Sacrario”, che chiede a gran voce di avere quanto prima, una
nuova e definitiva collocazione.
Il motto del 4° Reggimento:
“Sicut Alpes Pectora.
Alcuni degli stemmi conservati
nel Forte di Bard.
Il Gagliardetto donato al Battaglione Ivrea dalle Donne Canavesane.
7
1-2021
STORIA E CULTURA ALPINA
Il vecchio cimitero di Fiorano, la “Spoon River” del Canavese.
STORIA E CULTURA ALPINA
accessibile e vicina al paese. Sempre dalle notizie che l’amico San-
dro mi fornisce vengo a sapere che il vecchio cimitero sulla collina,
dopo la chiusura, ha subito alterne vicende rischiando di venir
distrutto dall’incuria e dal passare degli anni, il tutto aggravato da
furti e vandalismi. Finalmente alcuni volontari, tra i quali Valerio
Ceolato Caliano e Maria Paola Capra, posero fine a questo de
-
grado facendosi carico di unopera di restauro conservativo con il
coinvolgimento di autorità locali, regionali ed europee. Venne cosi
avviato un ciclo di lavori di recupero riuscendo a trasformare il
vecchio cimitero in un museo a cielo aperto. Lamore e la passione
dei volontari è stato cosi grande che con il tempo ne sono diventati
i custodi ed i divulgatori. Attraverso un’indagine sulle lapidi Maria
Capra, grazie ad una paziente ricerca sugli epitaffi delle tombe,
dalle fotografie, dalle cronache tratte da documenti locali oltre
che da testimonianze, è riuscita a decifrare la vita dei vari ospiti
scrivendo un libro che ricorda l’Antologia di Spoon River . Come
è noto, nella sua raccolta di poesie, Edgard Lee Masters racconta
sotto forma di epitaffio la vita dei residenti dell’immaginario paesi
-
no americano di Spoon River.
Maria Paola Capra riesce così a ricostruite l’esistenza dei de
-
funti di Fiorano, di circa un secolo fa, con una variegata galleria
di personaggi dai vari mestieri: contadini, fornaciai, maestre, stu
-
denti, emigranti, soldati, parroci, possidenti e anche storie di don-
ne morte di parto, di gente annegata in Dora e di tanti poveretti
portati via dalla Spagnola e dal Colera. Le loro esistenze trapelano
dalle rare fotografie ormai danneggiate dal tempo come quella che
ritrae un “veterano” della Guerra di Indipendenza con il petto co
-
perto di medaglie al valore. Grazie al lavoro e alla passione dell’au-
trice e degli altri volontari che contribuiscono a valorizzare il sito
anche con fiori e piante, si può affermare con un certo orgoglio che
anche il Canavese ha la sua “Spoon River” .
Cappella degli Alpini, intitolata al sergente maggiore
Battista Bracco
Lasciando con un certo rimpianto la serenità e la quiete del pic-
colo Cimitero di Fiorentino, particolarmente felice della scoperta
di un luogo con tanto fascino e bellezza, proseguo il mio percorso
entrando nuovamente nella “strada Corpo degli Alpini” con la sua
pendenza sempre più impegnativa. Percorro non più di cento me
-
tri quando, lungo la via, incontro una graziosa Cappella con a fian-
co un pennone con la Bandiera Tricolore. Sono incuriosito, però
anche qui devo ricorrere all’amico Sandro che mi fornisce tutte le
notizie: si tratta della “Cappella degli Alpini”. Questa chiesetta è
stata dedicata al sergente maggiore Battista Bracco (1920-2017) a
ricordo delle benemerenze acquisite nella sua lunga vita nel campo
sociale e politico e dell’ANA durante il periodo in cui ricopriva
la carica di sindaco di Fiorano, dopo essere stato il fondatore del
locale Gruppo Alpini e vicepresidente della sezione ANA di Ivrea.
La gente di Fiorano ricorda ancora l’impegno di Bracco come
amministratore pubblico e per il suo contributo personale e quello
del Gruppo Alpini durante le calamità naturali che avevano col
-
pito il paese. Sulla Cappella è stata posta una targa in ricordo del
Sergente Maggiore Battista Bracco ed il pittore Pauna Giuseppe
ha dipinto un quadro che ritrae un alpino in preghiera davanti alla
Vergine. La piccola chiesetta è stata adottata dal Gruppo Alpini
di Fiorano ed ospita periodicamente manifestazioni e ricorrenze
alpine.
Riprendo la via del ritorno con la mia bicicletta, ripercorro la
strada in direzione di Lessolo, la salita mi sembra più dolce e la af
-
fronto con un certo orgoglio dopo che ho saputo da Sandro Maran
che anche la “strada Corpo degli Alpini” è stata voluta ed inaugu
-
rata da Bracco negli Anni Settanta, periodo in cui amministrava il
Comune di Fiorano.
La targa che indica la “Strada degli Alpini.
Il sergente maggiore Giovanni Bracco, cui è intitolata la “Cappella
degli alpini”.
La cappella degli alpini.
8
1-2021
di Alfredo Medina
La mitica Caserma Musso di
Saluzzo: fu sede degli artiglieri da
montagna del Gruppo Aosta
L
a caserma “Mario Musso” (sede per 40 anni del Gruppo Ao-
sta 1° Rgt. Artiglieria da Montagna) sita in Saluzzo (CN),
Piazza Montebello 1, è intitolata al Capitano Mario Musso
che, nato a Saluzzo il 30 gennaio 1876 e arruolatosi nel Regio Eser
-
cito, frequentò l’Accademia Militare di Modena da dove ne uscì
con il grado di sottotenente: venne assegnato 41° Rgt. Fanteria
della brigata Modena e come tenente passò nel 3° Rgt. Alpini.
Nel 1904 venne decorato con medaglia di bronzo al valor mili
-
tare per aver salvato uno dei suoi Alpini travolto da una valanga.
Con il grado di capitano, assegnato al 2° Rgt. Alpini, partì nel 1915
con la 21^ Compagnia del battaglione Alpini “Saluzzo”, già da su
-
bito si distinse nelle varie operazioni per il suo coraggio e la sua
abnegazione. Morì il 17 settembre 1915 nell’ospedale da campo di
Straniger Alp in Carinzia in seguito alle ferite riportate nel con
-
flitto a fuoco sostenuto durante lo scontro con l’esercito austro-
ungarico il 14 giugno 1915; ferito la prima volta, sorreggendosi
ad una picozza continuò a comandare i suoi Alpini posizionati a
difesa delle postazioni del Monte Lodin, Cima di Val Puartis e Pas
-
so Melédis. Ferito a morte la seconda volta, stoicamente contin
ad incitare i suoi soldati. Con il decreto del 22 luglio 1916 gli fu
conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. La sua
salma riposa presso l’Ossario di Paluzza.
La caserma…
Dopo il passaggio del Marchesato di Saluzzo dai Francesi al Re-
gno sabaudo, casa Savoia decise l’insediamento del quartier mili-
tare in Saluzzo. Nel 1683 Saluzzo ospita la cavalleria sabauda; nel
1776, dopo un secolo, il progetto per la nuova sistemazione del
quartiere della Cavalleria viene affidato all’architetto saluzzese
Michele Borda, i lavori di ampliamento, sino allattuale struttura
passarono attraverso gli anni nelle mani dell’architetto Rayneri
nel 1845, e proseguita dal geom. Ansaldi nel 1847, ultimata nel
1862 sotto la direzione del geom. Bernardino Degiovanni. La zona
interessata dall’insediamento della caserma era denominata “borgo
San Martino”. L’ing. Giovanni Ferrari seguì i lavori, nel 1868, relati
-
vi alla ricostruzione del maneggio coperto. Nella nuova restaurata
caserma Musso, il primo reparto ad insediarsi fu il reggimento
cavalleggeri “Lucca”. Nel periodo a cavallo del 1937, stanziò alla
Musso il 44° Rgt. Fanteria “Forlì”.
Arriviamo al 1951 quando, dopo essere stato ricostituito, arri
-
va alla caserma Musso il mitico Gruppo Artiglieria da Montagna
Aosta” che rimarrà fino al 1991. Dopo la sua partenza la Caserma
Mario Musso non verrà più occupata da reparti militari, ma grazie
all’interessamento del Comune di Saluzzo, la caserma non cade in
abbandono, come molte altre, ma viene fatta oggetto di un proget
-
to di ristrutturazione, che non ne modificherà l’aspetto architet-
tonico, conservando intatto lo splendore del manufatto. Nel 1993,
in seguito alle prime opere di miglioramento e riqualificazione, le
scuderie saranno interessate da importanti rassegne ed eventi, una
parte centrale diviene sede dell’istituto d’arte “Amleto Bertoni”.
Nella caserma sono ospitate anche le sedi della Sezione A.N.A.
Monviso e del comitato Artiglieri dell’Aosta. Grazie alla lungimi
-
ranza dell’Amministrazione comunale. Il prestigioso complesso
della “Mario Musso” continua a splendere nell’utilizzo sociale. Per
noi artiglieri dell’AOSTA, la soddisfazione ed il piacere di poter
vedere la nostra caserma, ove ognuno di noi ha ricordi e sensazio
-
ni indelebili.
(Come sempre un ringraziamento particolare per la collabora
-
zione allamico “Primo Maresciallo Luogotenente” Gaetano GIU-
GLIANO ed allamico, primo ed unico mio Comandante, Generale
Giacomo VERDA).
Il caratteristico e artistico portone d’ingresso, visto dall’interno. L’interno della Caserma Musso quando già ospitava gli artiglieri da
montagna. (Fonte GAM)
Un’immagine del complesso quando era Caserma di Cavalleria pri-
ma di diventare sede degli artiglieri da montagna del Gruppo Aosta.
(Fonte GAM)
9
1-2021
STORIA E CULTURA ALPINA
È
andato avanti lo scorso mese di dicembre, dopo una vita
intensa e piena di interessi, Plinio Sperotto. Era nato a Fara
Vicentino (Vicenza) nel 1932 e, dopo il servizio militare nel
1955 nella Compagnia Trasmissioni Cadore (alle dirette dipenden
-
ze del Comando di Brigata), si congedava con il grado di Tenente .
L’amore per la montagna, maturato sotto le armi, è poi conti
-
nuato attraverso la sua militanza nel Cai. In questa istituzione,
per più di sessant’anni, ha praticato la sua passione di sciatore ed
alpinista.
Trasferitosi ancora giovane nella nostra città, veniva assunto
dalla Olivetti dove, nella sua capacità di tecnico, ricopriva nel tem
-
po incarichi sempre più importanti conseguendo anche l’ambita
“Spilla d’oro”.
Durante il periodo di lavoro è stato un attivo socio del gruppo
Alpini di San Lorenzo fino al 2009 per passare poi gli ultimi anni
in quello di San Bernardo.
Gli amici lo ricordano per
il suo carattere gioviale ed
estroverso.
Durante la Messa fune
-
bre è stato esaudita una
delle sue richieste: il canto
“Signore delle cime”
Nella commozione ge
-
nerale abbiamo salutato
Plinio per l’ultima volta,
mentre lui raggiungeva le
sue “amate montagne”.
I
l giorno 3 dicembre 2020, il Vescovo della città di Ivrea, Mon-
signor Edoardo Aldo Cerrato, ci ha onorati della sua ospitali-
. La nostra delegazione, composta dal Presidente Giuseppe
Franzoso insieme a Bruno Prinsi, Roberto Lucchini e Alfredo Me
-
dina, è stata ricevuta con grande cordialità e amicizia dal nostro
beneamato Vescovo: sua Eccellenza ha mostrato nei nostri con
-
fronti ed in quelli dell’intera comunità Alpina una sensibilità che
ci ha fatto comprendere lo splendido rapporto, nato con il pastore
della Diocesi di Ivrea. Ci siamo recati in vescovado per portare gli
auguri a Mons. Cerrato ed a tutta la curia di un sereno Natale e,
nel contempo abbiamo ricevuto una fraterna benedizione per un
prospero 2021 ricco di salute e di un ritorno alla normalità.
Con il Vescovo abbiamo intavolato una fruttuosa analisi degli
impegni in cui ci vedrà impegnati l’anno nuovo, per i quali sarem
-
mo onorati della presenza di Sua Eccellenza che benevolmente ha
confermato la sua disponibilità.
Ringraziamo Il Vescovo per averci donato momenti costruttivi
di discussione, la sua parola ci ha rasserenati.
di Nico Osella
Addio a Plinio Sperotto
alpino e olivettiano doc
di Alfredo Medina
Ivrea: incontro per gli auguri e non solo
tra gli alpini e il vescovo mons. Cerrato
La delegazione della Sezione ANA di Ivrea con monsignor Edoardo Cerrato.
Plinio Sperotto
10
1-2021
SEZIONE
U
n regalo inaspettato per
la Sezione di Ivrea, in
tempi di pandemia, ar
-
riva dalla madrina del “Vessillo
del Centenario, Margherita Bar
-
simi Sala e dall’editore Davide
Bolognino. Si tratta dell’ultima
fatica letteraria delle professo
-
ressa Margherita, “Il Carnevale
di Mary: lettere di una canadese
in Canavese al tempo del Co
-
vid”, realizzato durante la prima
ondata della pandemia. L’au
-
trice immagina che una turista
canadese (la Mary del titolo)
venuta a Ivrea per vedere lo sto
-
rico Carnevale nel 2020, si trovi
improvvisamente “prigioniera”
in una terra sconosciuta a cau
-
sa della pandemia da Covid che
ha colpito la terra d’origine della
famiglia del marito, emigrato in
Canada 50 anni fa.
Margherita Barsimi Sala e Da
-
vide Bolognino, di comune ac-
cordo, hanno deciso di donare
alla Sezione di Ivrea il volume
che verrà messo in vendita (a
offerta libera) attraverso i Gruppi: il ricavato verrà devoluto alla
Protezione civile sezionale che potrà così portare avanti progetti di
solidarietà e sostegno alla popolazione. Con questo “regalo” si vuo
-
le anche ringraziare l’Associazione Nazionale Alpini per l’impegno
dimostrato anche in questa occasione di grande difficoltà.
(p.q.)
È
stato tra i primi a vaccinarsi, quasi a voler dare il buon esem-
pio e convincere gli increduli o gli incerti che in questo mo-
mento il vaccino è l’unico antidoto per debellare la pandemia
da Coronavirus che sta infestando il mondo. È avvenuto a Locana,
dove l’Asl4 ha aperto un Centro Vaccinazioni anti-Covid nella ex
scuola elementare di frazione Casetti, dove domenica 21 febbraio è
iniziata l’inoculazione del vaccino agli ultraottantenni. Il protago
-
nista è stato Felice Giovanni Tuberosa, classe 1928, originario della
frazione Fey e decano degli alpini di Locana (guidati dal capogrup
-
po Andrea Oberto), che si è presentato con in testa il suo cappello
con la penna nera, accompagnato dal figlio Ezio, consigliere comu
-
nale a Locana, e dal commissario dell’Asl Luigi Vercellino: assieme
a lui si è vaccinata anche la moglie Maria Mogli, classe 1937. “Mio
padre, come Alpino, ci teneva molto a dare il buon esempio – ci ha
detto il figlio Ezio –. Voleva far capire a tutti quanto sia importante
vaccinarsi per debellare questo maledetto virus”. Felice Tuberosa
aveva prestato servizio militare nel Battaglione Aosta presso la Ca
-
serma Testafochi del capoluogo valligiano. Poi una volta congedato
aveva lavorato all’allora Aem (ora Iren), facendo la guardia alla diga
di Telessio per trent’anni tra il 1959 e il 1989 prima di godersi la
meritata pensione. (p. q.)
Il libro sul Carnevale in tempi di pandemia
donato alla Sezione da autrice ed editore
Il decano degli alpini di Locana
“testimonial” della campagna vaccinale
La copertina del libro sul Carnevale di Ivrea in tempi di pandemia.
Felice Tuberosa mentre viene vaccinato. Accanto il figlio Ezio.
Margherita Barsimi
IL CARNEVALE DI MARY
Lettere di una canadese in Canavese
al tempo del Covid
19
ISBN 978-88-32252-11-8
Nel libro, scritto durante la prima fase della pan-
demia, l’autrice immagina la situazione assolu-
tamente inedita di una turista straniera, la Mary
del titolo, che viene a trovarsi, durante il Carne-
vale 2020, “ostaggio” della pandemia, nella terra
d’origine della famiglia del marito, emigrata in
Canada negli anni ’50. La forzata “clausura” si
trasforma inaspettatamente nell’occasione per
riandare indietro nel mondo dei ricordi della fa-
miglia di vecchia stirpe canavesana; ma anche per
affrontare, in una sorta di diario epistolare, diva-
gazioni che riguardano accadimenti eccezionali
che, a pieno titolo, entreranno nell’immaginario
collettivo e nella storia dell’uomo “globalizzato”.
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1-2021
SEZIONE
L
o scorso 24 settembre, presso la Biblioteca "Luisa Mosso" del
Comune di Mercenasco si è svolta la presentazione del libro
di Nico Osella: "Una vita in Olivetti". Levento, promosso dal
Gruppo San.Lorenzo con la collaborazione del sindaco Angelo
Parri, ha ricevuto l’adesione del presidente della Sezione ANA di
Ivrea Giuseppe Franzoso il quale ha sottolineato quanto sia impor
-
tante divulgare la figura di Adriano Olivetti: imprenditore, uomo
di rilievo nella storia italiana ed Alpino.
In Italia, sottolinea Franzoso, quando si dice Ivrea si pensa all’O
-
livetti. È per questo motivo che, in occasione del nostro prossimo
raduno alpino, che festeggerà i cent’anni di Alpinità della sezione
di Ivrea, si ricorrerà al nome di Adriano Olivetti Alpino, come
testimone della manifestazione.
"Una vita in Olivetti" è il libro che Nico Osella ha scritto come
memoria della sua partecipazione agli eventi di Ivrea e della Oli
-
vetti che si sviluppano in un arco di tempo che va dagli Anni
Quaranta fino al 2003. Non è solo un’autobiografia, non è la ce
-
lebrazione di "Quando cera la Olivetti sì che si stava bene" e non
è neppure unanalisi economico-sociologica. È un romanzo che,
come sottolinea Bruno Lamborghini nella prefazione, “ prende im
-
mediatamente il lettore, anche se non olivettiano, ma certamente
agli olivettiani offre nuovi spazi e nuove prospettive per rileggere
la propria vita nella "ditta", (come veniva allora chiamata la Olivet
-
ti), ed intorno alla "ditta".
Rivive nelle pagine del libro il racconto della famiglia Osella che,
nell’anno 1940 si trasferisce ad Ivrea da un paesino del Cuneese in
cerca di fortuna. Dal suo nuovo impiego in Olivetti il papà Filippo
(anche lui Alpino) inizia a raccontare ai familiari i fatti della fab
-
brica e della vita cittadina facendo emergere affreschi di un’Ivrea
del tempo della guerra con immagini di freddo, fame e sofferenze.
Vengono rievocati i primi interventi sociali olivettiani, incluso il
rivoluzionario asilo voluto da Adriano Olivetti, che Nico ha fre
-
quentato assieme alle colonie, alla mensa aziendale (aperta anche
ai familiari) associati ai benefici assistenziali del Fondo Burzio e
all’ambulatorio medico. Tutto questo ha permesso ai lavoratori
ed alle loro famiglie di arrivare fino al giorno della “Liberazione”
quando ha inizio nuovo periodo di sviluppo della Olivetti che tra
-
scinerà la ripresa dell’intera città di Ivrea.
Nel 1953, alcune circostanze consentono all’autore di entrare in
ditta” ancora giovanissimo, dandogli la possibilità di partecipare
ad una lunga vita aziendale che dagli anni ’50 lo porterà a ricoprire
incarichi in Italia ed all’estero fino alla fine del 2003. Gli avveni
-
menti e le esperienze di questo periodo vengono descritti nel libro
in modo semplice e gradevole, senza dimenticare i 18 mesi del ser
-
vizio militare svolto dall’Alpino Nico e che si concludono al Centro
Autieri della Taurinense a Torino.
Le esperienze di vita e di lavoro consentono all’autore di descri
-
vere incontri con personaggi di Ivrea e delle Consociate, assieme
ad eventi storici, aneddoti e fatti della vita olivettiana, alternati a
sprazzi di vita famigliare.
Le vicende narrate sono arricchite da informazioni temporali
sullo sviluppo del Gruppo Olivetti come: i prodotti lanciati sui
mercati, l’apertura di fabbriche, le nuove acquisizioni, compresa la
Underwood che, grazie alla permanenza di Nico negli Stati Uniti
d’America, durata alcuni anni, gli permette di descrivere situazioni
e fatti inediti.
Tutte le vicende raccontate nel libro sono viste ed interpretate
in modo molto personale ma sempre con grande rigore ed onestà
intellettuale e di comportamento che certamente sono il sigillo
della vita dell’Alpino Nico Osella.
Infine una postilla che farà onore a Osella. Lautore, d’accordo
con l’editore, ha deciso di rinunciare ai proventi della vendita del
libro. La somma raccolta verrà destinata alla Protezione civile della
Sezione ANA di Ivrea.
di Marco Valle
Una vita in Olivetti
La storia della “Ditta eporediese
raccontata da un Alpino
Consiglieri sezionali con il presidente Franzoso intervenuti alla presentazione del libro di Nico Osella, svoltasi a Mercenasco.
12
1-2021
SEZIONE
N
on si esaurisce l’inventiva degli alpini
per finanziare le iniziative di solida
-
rietà. In tempi grami come quelli at-
tuali, con la pandemia che ha bloccato tutte
le attività, ecco spuntare l’iniziativa “L’Uovo
dal cuore Alpino” messa in atto dalla Pro
-
moser, azienda che già fornisce vari specifici
prodotti all’Associazione nazionale Alpini.
L’uovo in oggetto viene offerto in cioccolato
(fondente o al latte), pesa 250 grammi della
stessa qualità proposta nella Grande Distri
-
buzione con incarto e sorpresa alpina e si
avvale del Marchio Ufficiale ANA. Le uova
si possono ottenere solamente prenotandole
presso la Sezione di Ivrea. Parte del ricavato,
dedotte le spese, verrà destinato alla onlus
Casainsieme che gestisce l’Hospice, centro
per le cure palliative, di Salerano. Prenota
-
zioni e ordini dovranno essere inviati tramite
e-mail all’indirizzo ivrea@ana.it.
Il prezzo al pubblico, sotto forma di of
-
ferta, è 10 euro l’uno e saranno acquistabili
multipli di 12 pezzi.
Per estendere la platea degli eventua
-
li compratori, il Consiglio direttivo della
Sezione ha deciso di mettere in vendita le
uova con un banchetto, in modo che pos
-
sano essere acquistati da tutti i cittadini. Le
date sono le seguenti: 26 marzo e 1° aprile
in piazza del mercato al mattino e in piazza
Ottinetti nel pomeriggio; il 27 marzo (dalle
10 alle 18) e il 28 marzo (dalle 10 alle 12,30)
in piazza Ottinetti (ro. lu.)
È nata l’iniziativa solidale
“L’Uovo dal Cuore Alpino
OFFERTE
Per il giornale
Reteuna Livio, Caselle € 20
Petrini Paola, Bairo € 20
Ravarotto Ruggero, Mazzè € 15
Arnodo Bruno Romano € 25
Allamanno Stefano,
Cascinette € 20
Marzana Fornere Franca, Cascinette € 20
Per Protezione civile
Boin Mario, Fiorano € 30
Pistono Giuseppe, Fiorano € 20
Roberto Guido, Pont Canavese per partecipazione
al funerale del suocero Cesare Peradotto € 50
Oerte per Coro Sezionale
Runo Carla, Ivrea € 20
Oerte senza causale
Dalla famiglia per funerale di Sperotto Plinio € 100
Da vice e consigliere del gruppo di Vico € 200
Pasquale Bugni Celeste, Vico € 100
Rosa Giovanni Montalto € 20
Ferrera Antonio Borgofranco € 20
Picco Giuseppe, Sparone € 10
Roppolo Martino, San Martino C.se € 10
Gnavi Carlo, Caluso € 20
13
1-2021
SEZIONE
SETTIMO VITTONE-CAREMA Auguri a tre
“veci” ultranovantenni
C
apita raramente di poter omaggiare
insieme tre “veci” che hanno raggiun
-
to o superato il traguardo dei 90 anni:
il volerlo programmare
deve sempre fare i conti
con l’età avanzata e magari
non ci si riesce perché uno
purtroppo è andato avanti.
Una “scommessa”, verreb
-
be da dire: che però que-
sta volta è stata vinta dai
soci alpini del gruppo di
Settimo Vittone-Carema,
sezione di Ivrea.
GHIRARDO ROMA
-
NO (a sinistra), VAIRET-
TO PIERINO (al centro)
e PELLEREY DELIO (a
destra), sono i fortunati
che il gruppo di Settimo
Vittone-Carema ha voluto
omaggiare con una per
-
gamena recante la scritta:
“In segno di stima e rico
-
noscenza per l’esempio di
fedeltà alla vita associativa.
Per la cronaca i tre neo entrati nel club
dei novantenni sono i soci più anziani del
gruppo: Vairetto Pierino, classe 1926, ha
prestato servizio militare dal 1948 al 1949
come artigliere nel Gruppo Belluno a Saci
-
le, poi nella Terza Batteria
a Tai di Cadore e si è con
-
gedato a Tarvisio. Ghirardo
Romano, classe 1928, ha
svolto il servizio militare
dal 1° settembre 1949 al 6
agosto 1950 come caporale
mitragliere nella Seconda
Compagnia del Battaglione
Aosta. Pellerey Delio, classe
1930, ha prestato il servizio
militare dal 7 febbraio 1952
al 20 aprile 1953 mel Primo
Reggimento Artiglieria da
montagna presso la Caser
-
ma Ceccaroni di Rivoli, in
qualità di caporale maggio
-
re istruttore reclute. Auguri
veci!
(r.pe.)
L
a solidarietà alpina non conosce confi-
ni e si materializza ovunque ci sia una
necessità. Così, dopo aver partecipato
all’iniziativa del “carrello solidale” (che ha un
po’ preso il posto della Raccolta alimentare)
portata a termine malgrado i tempi grami
della pandemia, le Penne Nere pontesi hanno
accolto anche l’invito a sostenere la Raccolta
Farmaci, promosso dalla Farmacia Brannetti
di Pont, il cui scopo è di “regalare” una me
-
dicina a chi non ha la possibilità economica
di procurarsela. Lo scopo è stato raggiunto e
anche la quantità raccolta è di tutto rispet
-
to, malgrado l’impegno limitato dall’emer-
genza Covid: oltre 300 scatoloni di farmaci
che hanno posizionato la farmacia pontese
al primo posto nel Canavese, al terzo in Pro
-
vincia (senza Torino), al settimo in tutta la
Provincia compresa la città di Torino, al 93°
in tutta Italia su 4866 farmacie partecipanti.
Un bel risultato che ancora una volta indica
quanto la presenza degli alpini sia percepita
dalla gente come garanzia della bontà dell’o
-
perazione messa in atto e come fiducia che
gli aiuti arriveranno a destinazione.
(p.q.)
PONT CANAVESE Gli alpini eccellono anche
nella raccolta farmaci per i più bisognosi
La dottoressa Brannetti accanto agli scatoloni con i farmaci donati dai cittadini. Nellaltra immagine gli alpini pontesi con la farmacista. (foto
di repertorio)
14
1-2021
CRONACA DAI GRUPPI
CASTELLAMONTE I 90 anni
dell’alpino Attilio Caresio
D
omenica 29 novembre nella sua casa
in Castellamonte, in forma ristretta,
Attilio Caresio è stato festeggiato dalle
adorate nipoti in occasione del suo 90° com
-
pleanno. Arruolato il 26 - 9 -1951 al CAR di
Bra, trasferito nella caserma Monte Grappa di
Torino alla compagnia Comando Reggimen
-
tale (servizi vari) il 21 dicembre 1951. Con-
gedato il 27 novembre 1952, richiamato per
addestramento il 28 ottobre 1953 e congedato
definitivamente il 7 dicembre 1953. Iscritto
al Gruppo di Castellamonte (sezione di
Ivrea) da circa 60 anni, persona sempre
molto attiva e partecipe nelle varie atti
-
vità del gruppo, ha fatto parte del diret-
tivo per moltissimi anni come consiglie-
re. Nel 1981 il socio Attilio, dopo aver
ristrutturato alcuni locali di sua proprie
-
, li mise a disposizione del Gruppo e il
22 novembre venne inaugurata la nostra
prima sede. Grazie Attilio e tanti auguri!
(a. lo.)
PARELLA Ha posato lo zaino l’alpino Faletto
personaggio conosciuto in tutta la Pedanea
È
andato avanti, posando lo zaino a
terra, per raggiungere il Paradiso di
Cantore il nostro fratello Franco Fa
-
letto, socio del Gruppo Alpini “Piero Mal-
vezzi” di Parella sin dal 1989, anno della
Fondazione. La tristezza della perdita è at
-
tenuata dalla soddisfazione di averlo potu-
to onorare, il 19 settembre scorso, attraver-
so la consegna di una targa per festeggiare
i suoi 90 anni.
L’avvenimento si svolse nei pressi della
Cappella sede del Gruppo (all’aria aperta e
osservando le regole anti-Covid) presenti il
figlio Giovanni, commissario di Polizia pres
-
so la Questura di Ivrea, il capogruppo Giulio
Boerio ed in rappresentanza della Sezione
di Ivrea il presidente Giuseppe Franzoso, il
vicepresidente Paolo Querio, il segretario
Alfredo Medina, il tesoriere Bruno Prinsi, il
delegato di zona Cesare Soffranio e nume
-
rosi soci Alpini. In quell’occasione il “Vecio
Alpino” apprezzò molto il pensiero, dimo
-
strandosi grato e felice per la dimostrazione
d’affetto ricevuta.
Franco Faletto, classe 1930, era nato a
Strambinello, fece il periodo di naja per 15
mesi a Monguelfo in Trentino Alto Adige tra
il 1950-1951. Svolse l’attività di messo comu
-
nale nei comuni di Strambinello e di Qua-
gliuzzo, mansione che lo rese molto cono-
sciuto, rispettato e ben voluto dagli abitanti
della Pedanea.
Una vita irreprensibile condotta con one
-
stà e con l’orgoglio di sentirsi Alpino: da lui
riceviamo lo sprone a proseguire con fierez
-
za la strada della fraternità Alpina, dell’ami-
cizia e della solidarietà.
Al figlio Giovanni, ai suoi cari, ai tanti che
lo stimavano rinnoviamo le più sentite con
-
doglianze da parte di tutti i soci del Gruppo
Alpini “Piero Malvezzi” di Parella.
Ettore Sartoretto
Franco Faletto era stato premiato per i suoi 90 anni nello scorso settembre. (foto Sartoretto)
SAN GIUSTO Il benvenuto a Rocco
nel Club dei novantenni
I
l Gruppo di San Giusto Canavese, sezio-
ne di Ivrea, ha festeggiato i 90 anni
del caporale alpino AUDINO ROCCO,
più conosciuto come Nino, nella sua casa di
RoccaCanavese in una splendida giornata di
sole e allegria.
Nino ha fatto la naja negli anni 1951/1952
prima a Belluno, per poi essere destinato
prima ad Udine e poi in Carnia, nel 3º Reg-
gimento Artiglieria di montagna gruppo
C.A.L. Nino è sempre stato presente e parte
-
cipe nelle varie attività del gruppo.
Nella foto Nino, il capogruppo Francesco,
il vice Franco e alcuni soci.
15
1-2021
CRONACA DAI GRUPPI
LOCANA Festeggiati i 90 anni
dell’alpino Pietro Carlino
G
li alpini del Gruppo di Locana, Se-
zione di Ivrea, il giorno 19 dicem-
bre 2020 hanno festeggiato il socio
Carlino Pietro – Pier – (nella foto al centro
con il gagliardetto in mano) in occasione
del suo novantesimo compleanno.
Nato in Francia il 20 dicembre 1930, Pier
parte soldato il 6 febbraio 1952 e viene asse
-
gnato al Battaglione Aosta (Caserma Testa-
fochi 41° Compagnia – La Valanga)
Svolge il Car a Bra nella Caserma Trevi
-
san, quindi il Corso militare a Dronero e il
Corso sciatore a Bardonecchia. Viene impie
-
gato come Battipista e Soccorritore durante
i Campionati Mondiali di Discesa Libera a
Sestriere.
Nell’ottobre del 1953 viene richiamato per
45 giorni a seguito dei “fatti” di Trieste. Or
-
goglioso e fiero di essere Alpino, Pier espri-
me una profonda e sincera ammirazione per
il Corpo degli Alpini, per quanto hanno rap
-
presentato sia durante gli eventi bellici sia
nelle innumerevoli missioni umanitarie. Pier
porge un sincero ringraziamento al Grup
-
po Alpini di Locana ed al suo Capogruppo
Oberto Andrea per la festa organizzata in
suo onore.
Tiziano Pianfetti
(segretario)
PONT CANAVESE La Befana Alpina
arriva alla materna malgrado il Coronavirus
N
on c’è Covid che tenga. Quando gli
Alpini decidono di fare una cosa la
fanno, pur osservando tutte le regole
per evitare contagi. E così, in questa situazio
-
ne infelice in cui anche un alito fa paura, gli
Alpini di Pont Canavese non hanno voluto
rinunciare a far felici i piccoli alunni della
Scuola materna che attendevano con ansia i
doni della Befana accompagnata dagli Alpini.
Osservando scrupolosamente le indicazioni
del protocollo anti contagio, la Befana (con la
sua immancabile scopa) è entrata nella scuo
-
la consegnando i doni regalati dagli alpini
che si erano fermati sulla porta d’ingresso.
(p.q.)
16
1-2021
CRONACA DAI GRUPPI
PONT CANAVESE Croce Rossa, Alpini e Crai
insieme per aiutare i poveri del paese
È
stato un successo l’iniziativa “Car-
rello della solidarietà”, messa in piedi
dalla Croce Rossa Comitato di Pont
Canavese in collaborazione con il Grup
-
po Alpini di Pont e con la partecipazione
del market “Crai” di piazza Craveri (di cui
è titolare Andrea Gimorri). Scopo dell’i
-
niziativa, attuata sabato 19 dicembre, era
quello di realizzare una “borsa della spesa
da consegnare a quei cittadini meno fortu
-
nati che, in tempi di Covid 19, sono caduti
in povertà e non riescono più a procurarsi
il cibo necessario. Per tutta la giornata vo
-
lontari della Croce Rossa e alpini con tanto
di cappello, hanno riempito scatoloni di
generi alimentari e prodotti per l’infanzia.
“In queste scatole abbiamo messo pasta,
sughi, latte, olio, biscotti, zucchero, tonno e
carne in scatola, legumi, prodotti per l’infan
-
zia e altro... per uno scontrino il cui totale
assomma a ben 1.590,00 €! - ha sottolinea
-
to Guido Roberto, capogruppo degli alpini
e una delle anime dell’iniziativa -. Questo
è il dato conclusivo, frutto di una straordi
-
naria giornata di solidarietà! Questo è Na-
tale! Questi sono i Pontesi! Grazie Grazie e
ancora Grazie! Oggi più che mai “Tücc Un
si addice al nostro borgo, lo diciamo con
soddisfazione come Gruppo Alpini, anche
a nome dei Volontari CRI con i quali abbia
-
mo collaborato con entusiasmo e che ora si
impegneranno nella distribuzione di questo
“tesoretto” ai nostri Concittadini meno for
-
tunati! Questo è il nostro vero, sincero, fra-
terno, concreto, pontese BUON NATALE!”.
(p. q.)
Due momenti della raccolta viveri per aiutare i poveri di Pont Canavese.
17
1-2021
CRONACA DAI GRUPPI
DAI GRUPPIANAGRAFE ALPINA
ALBIANO-AZEGLIO
GIACHETT FIORENZO ha rag-
giunto il Paradiso di Cantore, la-
sciando un grande vuoto ne no-
stro gruppo. Lo ricordiamo come
uomo cordiale, onesto e disponibi
-
le. Alla sua famiglia la nostra vici-
nanza (Il Consiglio direttivo).
BARONE
FROLA LUIGI, alpino e socio
fondatore del Gruppo, è andato
avanti
CASTELLAMONTE
MENEGHINI GIUSEPPE, socio
del gruppo, improvvisamente ha
posato lo zaino ed è salito nel Pa
-
radiso di Cantore.
CROTTE DI STRAMBINO
ACCOTTO VITTORIO, classe
1935, socio del gruppo alpini, ha
posato lo zaino ed è andato avanti
FRASSINETTO
GALLO LINO socio alpino del
gruppo e zio dei soci alpini Poletto
Merlo Fulvio e Poletto Merlo Fiore
LOCANA
REINERIO Giandomenico, socio
del Gruppo e fratello del socio
Gualtiero, è andato avanti
VITTONE Domenico, socio del
Gruppo, ha posato lo zaino ed è
andato avanti
CONTERIO GIOVANNI, socio
del Gruppo, ha posato lo zaino ed
è andato avanti
MAZZÈ
ACTIS PIERO socio e consigliere
del gruppo per oltre 25 anni, è an
-
dato avanti. Il Gruppo gli sarà
sempre grato per l'impegno dimo
-
strato alla causa alpina
NOASCA
CONTA GIACOMO, socio del
Gruppo e cognato del capogruppo
Ferrando Pasquale, ha posato lo
zaino ed è andato avanti
OZEGNA
CHIARTANO LUCIANO di Lu-
sigliè, socio alpino del Gruppo, ha
posato lo zaino ed è andato avanti
PALAZZO-PIVERONE
GRASSO OSVALDO, socio del
gruppo e cognato del socio Negro
Mauro, è andato avanti
RODALLO
GIOVANNI GIULIANO, socio al-
pino del gruppo di Rodallo, ha po-
sato lo zaino ed è andato avanti
SALASSA
COTELLA OSVALDO, socio del
gruppo, ha posato lo zaino ed è
andato avanti
SAN BENIGNO CANAVESE
CONTERIO GIANFRANCO, so
-
cio del gruppo di San Benigno, ha
posato lo zaino ed è andato avanti
MERLO ANGELO, socio del
gruppo di San Benigno, ha posato
lo zaino ed è andato avanti
SAN GIORGIO CANAVESE
CHIOLERIO GIAN CARLO, so-
cio alpino nato il 21-11-1944, ha
posato lo zaino ed è andato avanti
l’8-11-2020. Condoglianze da tut
-
to il Gruppo Alpini San Giorgio
Canavese alla famiglia del nostro
concittadino Alpino.
SAN LORENZO D’IVREA
FOLLIS EMILIO, socio e consi
-
gliere emerito del gruppo, ha po-
sato lo zaino ed è andato avanti
SETTIMO VITTONE-CAREMA
VAIRETTO ADELIO, consigliere
del gruppo, ha posato lo zaino ed
è andato avanti
SPARONE
GRISOLANO ALBERTO, socio
alpino del Gruppo, ha posato lo
zaino ed è andato avanti
TAVAGNASCO
GIRODO ANGELIN EGIDIO, so
-
cio del gruppo, ha posato lo zaino
ed è andato avanti
TORRE CANAVESE
CUCCIATTI REMO, socio alpino
di 72 anni, ha posato lo zaino ed è
andato avanti. Alpino convinto e
bravissima persona, non perdeva
mai le Adunate Nazionali che rag
-
giungeva col suo camper. Instan-
cabile lavoratore, conosciuto in
Canavese, e non solo, per la sua
attività di commerciante di mac
-
chine utensili. Sentite condoglian-
ze da parte di tutto il Gruppo alla
moglie Donatella e alla famiglia.
VESTIGNÈ
GIOVANNI LALÀ, socio Alpino e
capogruppo di Vestignè, ha posato
lo zaino ed è andato avanti.
Il rito funebre è stato celebrato
martedì 2 marzo nella la chiesa
di Tina di Vestignè, in piazza San
Giovanni. Erano presenti solo i
gagliardetti (essendo la Regione
Piemonte in zona arancione), oltre
a diversi consiglieri sezionali che
hanno voluto dare l’ultimo salu
-
to a un alpino e a un capogruppo
molto attivo e stimato.
VISCHE
BARO RENATO, socio del Grup
-
po, ha posato lo zaino ed è andato
avanti
Sono “andati avanti”
La preghiera dell'alpino
Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, puricati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l’animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri gli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall’impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni soerenza e ogni sacricio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.
18
1-2021
LE NOSTRE GIOIE
ANDRATE
GHEBBANO MORGANA, figlia del socio Massimo
BORGOFRANCO D’IVREA
BARMASSE MILA nipote di Barmasse Marco,
socio Alpino del Gruppo, vicepresidente nazionale
dell’ANA, consigliere sezionale e già presidente della
Sezione di Ivrea. Lo annunciano il piccolo Luca, i ge-
nitori e i nonni Marco e Anna Maria
SCARANTINO SHARON, nata il 25 dicembre
2020, nipote del socio Alpino Vigna Ton Giovanni
LOCANA
SCARANTINO SHARON, pronipote del socio
Pezzetti Adriano
MAZZÈ
MUSSATO ZENO, figlio del socio alpino Andrea
PAVONE CANAVESE
GRAMEGNA MATILDE e BARUCCA VITTORIO,
nipoti del socio Gramegna Domenico
QUASSOLO
DEPETRO MATTEO, nipote del socio alpino Lu-
ciano Depetro
QUINCINETTO
BOGLINO JOLIE di Boglino Luca ed Eleonora Ci-
priano, figlia del socio Cipriano Piergiorgio
RIBORDONE
VERLUCCA MORETO LORENZO, nipote del
socio alpino Verlucca Moreto Franco del Gruppo di
Ribordone
ROMANO
BOSCO ELISA, nipote di Violino Clemente, socio
del gruppo di Romano e coordinatore del Nucleo ci-
nofilo della nostra Protezione civile. Auguri al nonno
e a mamma e papà
SAN MARTINO CANAVESE
FORMICA TANIA, nipote del socio alpino For-
mica Ugo
SETTIMO VITTONE
VIGNA MATTIA, nipote del consigliere Pellerey
Delio
TAVAGNASCO
CECILIA nipote del socio Giovanetto Alfredo
TORRE CANAVESE
GABRIELA, figlia del socio Fausto Goglio e Luisa
Donolato.
TRAVERSELLA
RAGO REBECCA nipote del socio Nepote Fus
Marco e pronipote del consigliere Mauro Boglino
NOZZE
LOCANA
VITTONE ROSANNA, figlia della Socio simpatiz-
zante Aschieris Silvana, con Aimonetto Davide
SETTIMO VITTONE-CAREMA
PERETTO LUCA, figlio del socio Elder, con Negra
Francesca
ANNIVERSARI
LOCANA
50° di matrimonio del socio UGGETTI ANGELO
con la signora Procarione Armanda
TAVAGNASCO
55° di matrimonio del socio VACCHIERO GIO-
VANNI STEFANO con Morello Bernardina Amelie
50° di matrimonio del socio capogruppo MOREL
-
LO RAIMONDO con COLMIA FRANCHINO GRA-
ZIELLA
LAUREE
FRASSINETTO
ALESSIA CRAVERI, figlia del socio Fabio, Ha con-
seguito la Laurea Magistrale in Architettura per il
Progetto Sostenibile presso il Politecnico di Torino,
con votazione di 110 e lode, con una tesi meritevole
di pubblicazione su Internet
PARELLA
CARON ALESSANDRA, nipote del socio Giuseppe
Boggio, ha conseguito la laurea in Servizi Sociali con
la votazione di 107/110.
TAVAGNASCO
GIOVANETTO BEATRICE, nipote del socio Vac-
chiero Giovanni Stefano, ha conseguito la laurea in
Scienze dell’Educazione
I NOSTRI DOLORI
BOLLENGO
DELMOLINO LUISA ved. STOMBOLI, mamma
del Socio STOMBOLI DOMENICO
BORGOFRANCO D’IVREA
BROCCO ELIO socio simpatizzante
VERDESIO ARMANDO, papà del socio Alpino
Verdesio Mario.
FORNERO MONIA RITA ved. BONINO sorella
del socio Alpino Fornero Monia Giovanni
PITTI IDA, sorella del socio Alpino Pitti Bruno e
zia dei soci Alpini Pitti Claudio e Pitti Oscar
CALUSO
COGOLO BOSSUTTO ANNA, mamma del socio
Alpino Gnavi Benedetto
PERONO BIACCHIARDI MARISA, zia del socio
Alpino Pietro Perono Biacchiardi
PARAVANO RITA cognata del socio Alpino Mario
Farcito
CARAVINO
UBERTINO DIEGO, papa del socio Ubertino Davi-
de del gruppo di Caravino
GABRIELLA MANTOAN mamma del socio Franco
e sorella del socio Ermanno del gruppo di Caravino
CASTELLAMONTE
ZANCHI PAOLO genero del socio Gaido Giacomo
FROLA PAOLA mamma del socio Mattioda Mau
-
rizio
FIORANO
ZAMUNER MARIA ROSA, consuocera del vice
capo gruppo Bonato Aldo
LOCANA
VITTON MEA GIULIA, mamma dei soci Decur
Flavio e Decur Silvano; zia dei soci Giorgis Elmo,
Giorgis Mauro, Oberto Daniele, Negro Rocassin
Claudio, Negro Rocassin Ennio.
ZANOTTI TERESA, moglie del Socio Vallino Do
-
menico
LUGNACCO
CASSETTO LUIGINA,mamma del vicecapogrup-
po Marchetti Oreste
NOASCA
GIOVANNINI GIOVANNI, socio aggregato del
Gruppo
ORIO CANAVESE
PONZETTO TERESA mamma del socio Motta
Giuseppe
PALAZZO- PIVERONE
BORGHESIO PIERA sorella del socio Borghesio
Franco
PAVONE CANAVESE
MILANO GABRIELLA, moglie del nostro socio
Andrea Sonaglio
PEROTTO GIUSEPPE, papà del nostro socio Pe
-
rotto Alberto.
ROSSETTO CARLA, sorella del nostro socio Ros
-
setto Andrea (Endro)
GAIDO STEFANINA, mamma del socio Paolo
Cappelli
PARELLA
GROSSO LUCIA, suocera del tesoriere del Gruppo
Bregola Dario
DORTU’ ORNELLA, moglie del socio del gruppo
ed ex capogruppo Boggio Giuseppe
PONT CANAVESE
BAZZARONE GIANNI, papà del socio e vicecapo-
gruppo Bazzarone Paolo
QUASSOLO
GIUGLER NELLA, zia dell'Alpino Mauro Perfetti
VAIRETTO ANGIOLINA, mamma del socio Alpi
-
no Gabriele Rinaldo
QUINCINETTO
ZOPPO LUISA mamma del socio Bertino Franco
ROMANO
VERARDINO MARGHERITA, suocera dei soci
Eraldo Virone e Roberto Andrina
IORIO FLAVIA, madrina del Gruppo e madre del
socio Rizzo Renato
SAN BENIGNO CANAVESE
BERTINO CORRADO socio aggregato del gruppo
di San Benigno
SAN BERNARDO D’IVREA
MARIA TERESA ZAMBOLIN, sorella del defunto
Attilio, socio fondatore del Gruppo
BAUDINO MARIAGIULIA socia aggregata e zia
del socio consigliere Baudino Lorenzo
SAN LORENZO D’IVREA
CINO ANGELINA ved. BUSSO, mamma del socio
Roberto Busso di Samone
SAN MARTINO CANAVESE
TINETTI GRAZIELLA suocera del socio Piana
Cristian
GANIO VECCHIOLINO GIULIA nuora del capo
-
gruppo Gillone Bernardo
SETTIMO VITTONE-CAREMA
PERUCCHIONE LISA, mamma del socio Gino
Prola
SOUDAZ ALINA, moglie del socio Gamba Remo
PERUCCHIONE LISA, mamma del socio Prola
Gino
TAVAGNASCO
JON DELGISA compagna del socio Girodo Angelin
Egidio
GIOVANETTO RITA mamma del socio Scaramuc
-
cia Giovanni
GIOVANETTO MARINA mamma del socio Vac
-
chiero Salet Gregorio
FRANCHINO SERAFINO figlio della madrina del
gruppo Giovanetto Rita
MORELLO FELICINA sorella del socio consigliere
del gruppo Morello Alder
BERTINO FRANCESCA mamma del socio Fran
-
chino Giuseppe
MORELLO SALET ILDA mamma del socio Gio
-
vanetto Raffaele
TORRE CANAVESE
ALFANI ASSUNTINA, moglie del socio Giampiero
Sommatis
TRAVERSELLA
BRACCO MARIA GRAZIA sorella del socio Brac-
co Ezio
FURIA ROSA MARIA mamma del socio Oggeri
Breda Marco
CASSIETTO GIUSEPPINA suocera del socio Sau
-
dino Ceis Roberto
VALCHIUSA (VICO CANAVESE)
ARNODO NICOLAO, cognato del socio Costenaro
Franco
VISCHE
ACCOTTO VITTORIO, fratello del socio Accotto
Giancarlo
Gioie e lutti della famiglia alpina
ANAGRAFE ALPINA
19
1-2021
Verso il Centenario della Sezione di Ivrea
I PERSONAGGI CHE NEI DIVERSI CAMPI HANNO ONORATO IL CANAVESE
Nella ricorrenza del centenario della fon-
dazione della Sezione di Ivrea dell’Associa-
zione Nazionale Alpini è doveroso ricordare
quali sono stati i frutti che la città ed il suo
territorio hanno beneficiato dalla Ing. C.
Olivetti & C. Spa, nata grazie alla lungimi
-
ranza ad alla intuizione degli imprenditori
eporediesi Camillo Olivetti e il suo figlio ing.
Adriano. La Società, dal 1908 si è sviluppata
fino a divenire uno dei più importanti "rag
-
gruppamenti" nel campo dell’informatica
mondiale.
Non dobbiamo dimenticare l’ambiente e
le ragioni per cui l’azienda Olivetti venne
fondata e si è sviluppata proprio a Ivrea, nel
Canavese, piccola area dell’Italia settentrio
-
nale a metà strada tra Torino ed il confine
svizzero. Questa regione, con la sua storia
millenaria, è il luogo dove è stato possibi
-
le realizzare l’opera di Camillo Olivetti poi
continuata dal figlio Adriano che, con la loro
fiducia nel territorio e nei suoi abitanti, hanno dato origine a un’attivi
-
tà industriale che avrebbe presto conquistato i mercati internazionali.
Adriano Olivetti ha portato avanti con successo l’opera del padre in
-
tegrandola tuttavia con le sue idee di armonizzazione dello sviluppo
industriale con l’affermazione dei diritti umani; ha realizzato questo
suo progetto attraverso la democrazia partecipativa dei lavoratori den
-
tro e fuori la fabbrica.
Il fondatore Camillo Olivetti era nato ad Ivrea nel 1868 da una fami
-
glia della borghesia ebraica e dopo gli studi presso il Politecnico di To-
rino e alcuni viaggi negli Stati Uniti d’America aveva stabilito di realiz-
zare la sua vocazione di imprenditore scegliendo Ivrea come area dove
operare. Sulla sua decisione influirono l’amore per la sua patria canave
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sana ma soprattutto la fiducia negli operai locali per la loro laboriosità
e attitudine alle lavorazioni di meccanica fine. Inoltre, per Camillo Oli
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vetti, uomo amante della sua autonomia, il Canavese risultava unisola
fuori dagli interessi finanziari dei grandi centri industriali italiani. In
Ivrea, in un fabbricato diventato poi famoso e denominato "dei matto
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ni rossi", Camillo Olivetti, con l’aiuto di alcuni operai e collaboratori,
produce nel 1911 la prima macchina per scrivere italiana: la mitica M1.
Questo prodotto aprirà le porte ad un grande
sviluppo industriale e grazie al figlio Adriano
che continuerà l’impresa
paterna, trasformando la
Olivetti e di conseguenza
Ivrea in una delle aree più
avanzate nel campo della
tecnologia e del design
facendone altresì un la
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boratorio della sperimen-
tazione del servizi sociali
a favore dei lavoratori.
L’approccio manage
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riale di Adriano, ben si
integrava con lo spirito
più tecnologico del padre
Camillo e fu proprio lui
il promotore del grande
rilancio dell’Olivetti. La prima conseguenza si
manifestò con l’allargamento della gamma dei
prodotti che ora coprivano tutti i settori dell’uf
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ficio: macchine per scrivere, calcolatrici, sche-
dari e mobili da ufficio per invadere poi anche il
campo delle macchine utensili.
Adriano fu a capo dell’azienda
fino alla sua morte, che avvenne
improvvisamente nel 1960, a 59
anni. Nel periodo della sua dire
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zione condusse l’Olivetti ad una
svolta decisiva per gestire il pas
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saggio dalla tecnologia meccanica
a quello più impegnativa, ma ne
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cessaria, dell’elettronica. Intrapre-
se una vasta azione commerciale
internazionale, con l’apertura di
nuove consociate estere, inclusa
l’acquisizione della Underwood
americana. Si interessò in prima
persona dell’immagine dell’Olivet
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ti nel campo del design, elemento
questo che doveva contraddistin
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guere tutti i prodotti. Anticipan-
do l’aumento della popolazione
di Ivrea, a seguito dello sviluppo
delle fabbriche, con gruppi di ar
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chitetti e studiosi del territorio co-
ordinò lo sviluppo armonioso del-
la città attraverso l’elaborazione di
piani urbanistici. Dopo la morte di
Adriano e sulla scia da lui lascia
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ta, Carlo De Benedetti, suo suc-
cessore, continuò nella sua strada
di successi con lancio di prodotti
sempre più orientati all’informati
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ca. Dopo questo periodo assistia-
mo però nel Gruppo Olivetti alla
perdita progressiva di quella spinta dinamica che aveva caratterizzato
gli anni 70 e 80, si accrescono i problemi e le incertezze a livello inter
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nazionale nel campo dell’Information Technology che si ripercuotono
inesorabilmente anche sulla Olivetti e questo fino alla crisi del 1996.
Nel 2008 su iniziativa del Comune di Ivrea e della Fondazione
Adriano Olivetti per celebrare i 100 anni della nascita della prima fab
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brica italiana di macchine per scrivere veniva proposta all’UNESCO
la candidatura di Ivrea con la motivazione che la Olivetti, proprio ad
Ivrea, oltre a realizzare macchine per scrivere, calcolatrici, computer
ed altri prodotti, aveva dimostrato di poter creare un "modello" di
una città industriale del XX secolo. Infatti, sotto la guida di Adriano
Olivetti e seguendo le sue ideologie, era stata realizzata una struttu
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ra urbanistica dove le fabbriche, gli edifici destinati alla produzione,
all’amministrazione, ai servizi sociali, oltre alle abitazioni per i dipen
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denti, venivano progettati da architetti e urbanisti secondo il concetto
e lo spirito di una "Comunità". Tutto questo patrimonio, realizzato per
compensare le carenze dei servizi pubblici, rappresenta un esempio
delle teorie dello sviluppo urbano e architettonico e per questo la can
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didatura di Ivrea è risultata vincente ed Ivrea è stata scelta e iscritta
nel patrimonio mondiale dell’ UNESCO come "Città Industriale del
XX Secolo".
LAssociazione Nazionale Alpini, sezione di Ivrea, è particolarmen
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te orgogliosa di questo "premio" che suggella l’opera e il pensiero di
Adriano Olivetti che, dopo essersi arruolato a 18 anni volontario alpi
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no nel 4° Reggimento, divenuto poi sottotenente, ha rivelato, nel pe-
riodo militare, le sue doti di perizia ed intelligenza. Quelle stesse che,
sotto la sua guida, avrebbero portato il Gruppo Olivetti a raggiungere
prestigiosi traguardi.
di Nico Osella
Adriano Olivetti alpino, lo sviluppo del Gruppo Olivetti nel mondo e il
riconoscimento dell’UNESCO a Ivrea “Città Industriale del XX secolo.
Le prime Officine Olivetti
Il primo nucleo dello stabili
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mento negli Anni 20
Pubblicità del
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la M1, la prima
macchina proget
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tata da Camillo
Olivetti
Camillo Olivetti
Adriano Olivetti
La mitica M1, macchina per
scrivere allavanguardia
(Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Fondazione
Adriano Olivetti)